Notizie Milano – L’annuncio del premier Mario Draghi in merito alle imminenti riaperture di ristoranti a Milano e nel resto di italia da lunedì 26 aprile ha dato nuovo ottimismo ai tanti imprenditori costretti alla chiusura nei mesi precedenti per contrastare la diffusione del Covid-19. Tuttavia, la felicità di poter recuperare un minimo di normalità si è subito scontrata con le limitazioni imposte dalle nuove regole stabilite dal Governo: nelle regioni in zona gialla, ristoranti e bar potranno riaprire ma solo con servizio al tavolo all’esterno.
Secondo Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio, questo significherà che solo la metà dei locali a Milano potrà riaprire, in quanto in possesso della licenza per distribuire cibi e bevande ai clienti seduti ai tavolini esterni. Almeno fino al primo giugno, quando la riapertura di ristoranti e bar dovrebbe essere totale. Una prima occasione che non è passata inosservata e ha spinto molti imprenditori a valutare di fare richiesta per l’utilizzo del suolo pubblico e predisporre i tavolini all’esterno per riaprire ed accogliere i clienti.
Quanto costa l’occupazione del suolo pubblico a Milano?
Non è un caso che nel corso degli ultimi giorni siano arrivate più di 50 richieste agli uffici del Comune per richiedere l’autorizzazione a occupare il suolo pubblico con dei dehors temporanei. Ma come funziona la procedura e quanto costa occupare il suolo pubblico a Milano? La disciplina del diritto ad occupare il suolo, lo spazio pubblico o aree private soggette a servitù di pubblico passo, mediante elementi di arredo è sancita da una deliberazione del Consiglio Comunale del 2000, divenuta poi legge a tutti gli effetti l’anno successivo.
Le richieste sono di esclusiva competenza del Servizio Occupazioni Suolo e Sottosuolo Pubblico – Settore Sportello Unico per l’Edilizia. Per ottenere la licenza, è necessario presentare una domanda specifica disponibile sui canali del Comune con una marca da bollo. Dopo la richiesta, bisognerà attendere la verifica di quanto è stato dichiarato da parte della Polizia Locale e solo allora si potrà avere l’accettazione della domanda. Oltre alla marca da bollo di €16, da pagare all’atto della richiesta e del ritiro della concessione (insieme ai diritti di segreteria), è necessario pagare il canone di occupazione COSAP (Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) come definito dal Regolamento Comunale.
In questo caso, va fatta una distinzione tra occupazioni permanenti e occupazioni temporanee: nel primo caso, la misura tariffaria annua per metro quadrato o metro lineare è pari a €75,00, mentre nel secondo caso la tariffa giornaliera è pari a €3,72. Per calcolare correttamente il canone, è necessario moltiplicare questa tariffa per alcuni coefficienti, tra cui l’importanza della strada in cui bisognerà occupare il suolo pubblico, la specifica attività commerciale del gestore e naturalmente la quantità di suolo pubblico che si intende occupare. Così facendo, considerando il valore massimo dei coefficienti, si arriva a una cifra massima annuale di €5.850 per un metro quadro occupato nel caso delle richieste permanenti e di €82,66 per un metro quadro al giorno nel caso delle richieste temporanee. Il Comune di Milano ha messo a disposizione uno strumento online per calcolare correttamente il coefficiente e la tariffa che bisognerebbe pagare. È facile immaginare che, in virtù delle nuove regole stabilite dal Governo per consentire la ripresa delle attività di ristorazione all’esterno, possano esserci delle deroghe o dei rimborsi rispetto alle cifre stabilite.
Chi deve pagare il Cosap?
Ad essere oggetto della concessione di utilizzo di suolo pubblico sono tutte le domande effettuate su spazi ed aree pubbliche appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile del Comune, oltre che nei luoghi di proprietà privata in cui vi sia evidenza di pubblico passaggio. Pertanto, tutti i gestori di locali e attività commerciali che desiderano allestire dei dehors temporanei in questo periodo di parziale riapertura, dovranno fare la richiesta al Comune di occupazione di suolo pubblico e pagare la Cosap. Ma in generale, dovranno farlo tutti coloro che, a vario titolo, intendono occupare una parte del suolo pubblico, nonché aree destinate a mercati, fiere, occupazioni realizzate da aziende erogatrici di pubblici servizi.
Le proteste dei ristoratori e le proposte sul tavolo
Tra i maggiori critici dei ristoranti aperti solo all’esterno, vi è Fabio Acampora, vicepresidente dell’EPAM (associazione dei pubblici esercizi di Milano) e titolare di alcuni ristoranti e lounge bar. Secondo lui, questa normativa non solo crea un forte disequilibrio tra tutti i proprietari di locali, ma pone di fronte a una scelta difficile anche gli stessi ristoratori che normalmente hanno il servizio all’esterno, considerando le temperature non proprio miti del periodo e le potenziali spese che si renderebbero necessarie per gestire il servizio. Per questo motivo, Acampora non solo auspica un passo indietro e un’apertura generalizzata per tutti i ristoranti e i bar, ma propone di procedere a tappe: aprire anche all’interno dei locali fino alle 18 per due settimane, in modo da monitorare l’andamento dei contagi, e prolungare progressivamente il servizio, prima alle 22 e poi, in piena estate, anche a mezzanotte. Con la speranza che anche il coprifuoco venga posticipato.