I pericoli dell’inquinamento acustico a Milano

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Notizie Milano – Il decibellaggio in città più alto consigliato dall’Agenzia europea per l’Ambiente è di 55. Eppure il rumore medio a Milano raggiunge in media 66 decibel, fino ad un massimo di 76, raggiunto da quasi il 30% delle misurazioni. 1.100 le misurazioni totali effettuate dagli utenti del noise tracker della App ‘Listen Responsibly’, lanciato da Amplifon con il proposito di sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’ascolto consapevole nonchè realizzare la prima mappa crowd-sourced dell’ecologia acustica italiana.

I dati sono stati presentati in occasione del convegno del Centro ricerche e studi di Amplifon (Crs) tenutosi in celebrazione del cinquantesimo anno di attività di Amplifon. Durante l’ultima data di tale evento, si è fatta menzione dell’importanza della prevenzione di patologie auditive nei giovani tra i 12 ed i 35 anni (oltre un miliardo), i quali sono particolarmente esposti non solo all’inquinamento acustico tipico delle città, ma spesso possono ascoltare musica ad un elevato volume per prolungati lassi di tempo.

Danni uditivi nel traffico

Un esempio lampante è quello del famoso cantante molfettese Michele Salvemini, in arte Caparezza, chi purtroppo per via della sovraesposizione ad elevati decibel per via del suo lavoro, ha sviluppato la malattia che si conosce come “tinnito” od “acufene”. Purtroppo l’inquinamento acustico è ancora uno dei più sottovalutati problemi dell’ambiente nonostante la sua gravità. I danni uditivi si suddividono in danni acuti (dovuti ad un’esposizione a rumori intensi anche brevi) e danni cronici (causati dall’esposizione prolungata). Entrambi i tipi di danno generano un’ipoacusia neurosensoriale, la quale è irreversibile e può portare a ronzii, vertigini, fatica uditiva ed insensibilità.

I dati Oms e Ministero della Salute

Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il rumore è la seconda causa ambientale di problemi di salute, subito dopo l’inquinamento atmosferico da particolato. Tale è l’importanza della riduzione dell’inquinamento acustico che esistono normative di legge per limitare l’esposizione dei lavoratori ai rumori pericolosi. L’Oms raccomanda di rispettare le soglie di esposizione di 65 decibel durante il giorno e 55 nel corso della notte.

In Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito, corrispondenti all’11,7% della popolazione. Nel nostro Paese l’ipoacusia riguarda una persona su tre (tra gli over 65). Solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio usa l’apparecchio acustico, nonostante l’87% di chi ne fa uso, dichiari migliorata la propria qualità di vita” – Ministero della Salute

Secondo gli esperti Oms, oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito che incide sulla qualità della vita e si stima che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) avrà una perdita uditiva disabilitante. La metà di tutti i casi di ipoacusia può però essere prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica.

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Gli effetti specifici del rumore sulla salute in generale

Il Centro Per l’udito afferma che: “il rumore provoca guai seri anche al resto del nostro organismo (danni extrauditivi): dall’aumento della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria ai disturbi all’apparato gastrointestinale (dispepsia, maggiore motilità e secrezione gastrica); dalle alterazioni al sistema nervoso centrale all’iperattività di ipofisi, tiroide e surrene a livello del sistema endocrino, fino alle modificazioni apportate al sistema immunitario. Più in generale, l’esposizione al rumore è fonte di stress, poiché provoca variazioni accertabili della pressione sanguigna, del ritmo cardiaco, della vasocostrizione e della secrezione endocrina. Il rumore incide poi negativamente sulle nostre attività, in particolare sullo studio e su tutti i lavori di tipo intellettuale, oltre che sulla comunicazione verbale e sul sonno”. Quindi il rischio dell’inquinamento acustico in alcune città non si limita alle malattie uditive, anche se queste sono il rischio maggiore data la maggiore sensibilità dell’udito.

Conclusioni degli esperti durante il CRS

Durante le date del convegno del Centro ricerche e studi di Amplifon (Crs), si è inoltre data particolare importanza alla cultura dell’ascolto responsabile. Secondo gli esperti dunque, è essenziale la prevenzione uditiva nonchè effettuare dei controlli periodici.
Esami audiometrici infatti, possono quantificare il grado di audizione e rilevare eventuali danni all’udito”.

Anche i giovani sono ormai esposti al rischio di un calo precoce dell’udito, principalmente a causa della loro esposizione a traumi acustici dovuti all’ascolto di musica ad alto volume. La prevenzione deve quindi riguardare tutte le fasce di età” – Fabio Piazza, direttore della Struttura complessa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Gli esperti riuniti per l’occasione, hanno consigliato quanto segue:

  • In presenza di rumore prolungato di forte intensità, per esempio durante concerti o altri grandi eventi, utilizzare otoprotettori (tappi e cuffie) o allontanarsi dalla fonte di rumore
  • Per un ascolto sicuro della musica con cuffie o auricolari, rispettare la regola del 60’/60’: utilizzare il proprio device al massimo al 60% del suo volume e per massimo 60 minuti continuativi
  • Evitare traumi acustici dovuti a cadute, per esempio utilizzando il casco anche in bici o in monopattino
  • Effettuare controlli periodici dell’udito e rivolgersi ad uno specialista alla presenza dei primi sintomi. Per conoscere il livello di rumore circostante inoltre, si consiglia di utilizzare un noise tracker, come la App ‘Listen Responsibly’.

Amplifon inoltre fornisce anche uno strumento per controllare la qualità dell’udito online, consultabile al seguente indirizzo: https://www.amplifon.com/it/test-udito-online rel=”nofollow”. Se si presentano sintomi o malesseri riguardanti l’udizione si consiglia di consultare uno specialista.