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Migliaia di studenti sono scesi in piazza, nei giorni scorsi, per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro. Il loro grido è rivolto al Ministro dell’Istruzione Bianchi, affinché venga abolito tale sistema che, a loro parere, sia solo foriero di sfruttamento e rischio per la propria incolumità.
Eppure, con l’avvento dei PCTO, i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, c’è stato un cambiamento a gran vantaggio per gli studenti.
Ma facciamo un passo indietro.
Cosa dice la legge sull’alternanza scuola-lavoro
La legge n.107/2015 sancisce l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro predisponendo, come stage nelle aziende, 400 ore di tirocinio per gli studenti dell’ultimo triennio degli istituti professionali e 200 ore per i liceali.
Assolombarda, al fine di facilitare il raggiungimento dell’obiettivo di collaborazione tra scuola e imprese, ha definito degli strumenti che permettano il buon andamento del processo di gestione delle attività previste. Per attuare ciò, l’associazione ha attivato una sezione specifica denominata, appunto, alternanza scuola-lavoro, che delinea diversi passaggi per definire un percorso virtuoso dell’alternanza: dalla visita all’azienda, si passa attraverso l’orientamento al lavoro fino alla realizzazione di progetti atti a sviluppare la pratica svolgendo determinati compiti.
Cosa sono i PCTO
Gli obiettivi sopracitati vengono oggi regolamentati dai suddetti PCTO, i quali non prevedono l’accesso in azienda dei ragazzi come unica chance per avviarli al mondo del lavoro. I PCTO prevedono anche la simulimpresa e i project work, che sono lavori commissionati da aziende da realizzare entro l’ambito scolastico.
Difatti, queste modalità di alternanza sono quelle più praticate nei licei milanesi e in tutta la Lombardia. I PCTO, inoltre, stabiliscono che il tutto sia attribuito a competenze lavorative e competenze di cittadinanza, conferendo un’autonomia tale da far scegliere ad ogni consiglio di classe il proprio percorso.
Il Rapporto Excelsior
In base a quanto risulta dagli ultimi dati del rapporto Excelsior 2021 della Camera di Commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi, solo il 13,1% delle aziende hanno ospitato studenti in stage presso la loro sede; di tale percentuale, solo il 4% ha attuato i percorsi in base alle competenze professionali. Gli stage vengono attivati soprattutto nelle aziende con oltre 250 dipendenti, perlopiù delle industrie alimentari, delle cartiere e della stampa e delle materie plastiche.
Secondo il direttore del Politecnico del Commercio e del Turismo Gabriele Cartasegna, l’alternanza è fondamentale per raggiungere il fine ultimo dell’assunzione degli studenti in azienda, al termine della carriera scolastica. Ciò può essere perseguibile – ritiene – solo con un’adeguata formazione in azienda in completamento di quella scolastica. Nello stage in azienda lo studente è tutelato da ogni rischio, grazie a convenzioni, protocolli di sicurezza, controllo e monitoraggio sul campo da parte di docenti.
Stage scolastico in azienda, ma non solo
La direttrice dell’Istituto Galilei-Luxemburg Anna Borando, a proposito dei protocolli d’intesa che si stipulano con le aziende, ribadisce che è la scuola a selezionare e gestire i PCTO. In base alla redazione di schede di valutazione, si determinano tutte le soglie di rischio sia del lavoro in azienda che delle eventuali trasferte. Inoltre, i percorsi tengono anche conto di studenti in situazioni di particolare svantaggio, offrendo loro degli ambienti protetti ma altrettanto validi rispetto agli altri.
Peraltro, assicura Borando, contro il rischio di situazioni di pericolosità per i ragazzi, vengono sollecitiate segnalazioni da parte loro di qualsiasi situazione di pericolo, in modo da intervenire tempestivamente. E comunque, sostiene, se non esistesse l’alternanza scuola-lavoro, con l’obiettivo di rendere lo studente pronto per poter essere immediatamente assorbito in azienda, i corsi di studio sarebbero solo funzionali a se stessi.
Secondo il direttore del Langrange Federico Militante, l’alternanza non è solo stage in azienda, ma prevede un ampio ventaglio di opportunità per lo studente. Per fare un esempio, gli si dà modo di costruirsi un curriculum vitae degno di nota, scritto anche in lingua inglese, che può presentare ai colloqui di lavoro con grandi leader del settore come Randstad e Manpower.
Un modo per imparare a confrontare le loro personali aspirazioni con la realtà del mondo del lavoro.