Sportello di ascolto LGBTQI+ a Milano: IRIS contro la violenza

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Milano Notizie – Buone notizie per la lotta alla violenza e alle discriminazioni per la comunità LGBTQI+. È nato a Milano IRIS, il primo sportello di ascolto dedicato ai cittadini e alle cittadine appartenenti al mondo LGBTQI+, comunità purtroppo ancora piena di troppe differenze e zone d’ombra dal fronte etico e politico. Ad attivarlo è stata la Fondazione Somaschi e la Fondazione LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS), insieme al sostegno dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).

Se a subire violenza fisica, psicologica, economica, episodi di stalking e molestie sessuali o verbali è una persona LGBTQI+, oltre al danno si aggiunge anche la beffa: la vergogna di rivolgersi a qualcuno per chiedere aiuto, la paura di non essere ascoltati o capiti, la solitudine nel ricevere rifiuti.

Lo scopo dello sportello IRIS è quello di offrire aiuto e supporto a chi subisce violenze fisiche o psicologiche all’interno di relazioni affettive omosessuali, bisessuali, transgender, queer e intersessuali.

IRIS: uno sportello contro discriminazioni e violenza LGBTQI+

Le organizzazioni fondatrici – Fondazione Somaschi e LILA – da anni sono al servizio della tutela dei diritti umani e civili e la loro fusione ha creato lo sportello IRIS, che si propone come un porto sicuro, uno scudo che protegga tutti quegli individui vittime di discriminazioni. I volontari di IRIS offrono percorsi individualizzati e abbracciano vari ambiti, partendo dall’assistenza psicologica fino alla consulenza legale, passando dall’accompagnamento sanitario e dall’orientamento lavorativo e abitativo.

La Fondazione Somaschi ha all’attivo la gestione di 12 presidi di aiuto per le vittime di maltrattamento domestico a Milano e nell’hinterland, sotto la bandiera della Rete Antiviolenza del Comune di Milano. Solo per riportare qualche numero, si pensi che nel 2021 sono state accolte da queste strutture 640 richieste d’aiuto provenienti da donne che hanno subito violenza all’interno delle proprie relazioni intime (da partner o ex partner).

Per le utenti che si rivolgono allo sportello perché sono vittime di situazioni ad elevata emergenza, Fondazione Somaschi prevede anche la possibilità di appoggiarsi in una delle 7 case di accoglienza protette, al sicuro dall’aggressore.

La Fondazione LILA, invece, è una delle più importanti organizzazioni italiane che, da oltre trent’anni, si batte per la prevenzione dell’infezione da HIV e delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse), per il diritto alla salute delle persone con HIV e delle popolazioni con un rischio più alto di contrarre l’infezione.

A Milano sono due le sedi dello sportello IRIS, una in Piazza XXV Aprile, 2, sede della Fondazione Somaschi, e l’altra in via Carlo Maderno, 4, presso la Fondazione LILA. Gli utenti possono recarsi liberamente e senza prima prendere un appuntamento, e possono telefonare al numero 329 5870862 in qualsiasi momento in caso di emergenza, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

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Ascolto e accoglienza grazie a IRIS

Chiara Sainaghi, la responsabile dei centri antiviolenza aperti da Fondazione Somaschi, si è espressa così per commentare la nascita di IRIS:Abbiamo intercettato chiamate di persone che vivono relazioni non eterosessuali. Parliamo di omosessuali o transgender che avevano ricevuto un diniego da parte di altre strutture. Lo sportello IRIS, quindi, nasce per offrire un supporto a chi nella propria relazione affettiva vive una situazione di violenza e fa parte della comunità LGBTQI+. Con IRIS vogliamo che risulti chiaro che c’è un luogo a cui si possono rivolgere in totale sicurezza, senza alcuna titubanza”.

Anche se l’opinione di Sainaghi è quella che, in un mondo inclusivo, non dovrebbe esistere uno spazio diverso dai comuni centri antiviolenza a cui si rivolgono le donne che subiscono violenza (domestica, perlopiù) ma, nello specifico, le persone omosessuali e transgender hanno raccontato di molti episodi e richieste di aiuto che non hanno trovato risposta, che non sono state ascoltate. Da qui nasce la necessità di dedicare uno sportello ad hoc per le persone LGBTQI+: la violenza verso gli uomini, verso le persone che appartengono alla comunità LGBTQI+, non è ancora un fenomeno sdoganato, non se ne parla, chiedere aiuto è difficile e riceverlo è discriminatorio.

Anche per quanto riguarda le case di accoglienza serviva fare un passo in avanti – così come spiega Sainaghi – perché i finanziamenti statali prevedono l’attivazione di case protette per donne maltrattate, sole o con figli, e non sono predisposte all’accoglienza degli uomini o dei transgender che subiscono violenza.