Imane Fadil: storia senza nessun responsabile

Imane Fadil, una modella di 34 anni, è morta nel 2019 dopo un lungo periodo di agonia durante il quale i medici dell’ospedale Humanitas non sono riusciti a diagnosticare la sua malattia. Solo dopo la sua morte è stato scoperto che soffriva di una rara forma di aplasia midollare. Fadil era una testimone chiave del caso Ruby, un noto scandalo giudiziario italiano che coinvolgeva l’ex primo ministro Silvio Berlusconi. Durante il suo ricovero in ospedale, Fadil aveva dichiarato di essere stata avvelenata.

Nonostante le sue dichiarazioni, non è stato possibile stabilire con certezza se la morte di Fadil sia stata causata dall’avvelenamento o dalla malattia che le era stata diagnosticata troppo tardi. In ogni caso, nessuno è stato ritenuto responsabile della sua morte.

La morte di Imane Fadil ha scosso l’Italia, poiché la modella era stata coinvolta in un caso di grande rilevanza mediatica e politica. La sua scomparsa ha sollevato anche questioni sulla qualità dell’assistenza medica fornita dall’ospedale Humanitas e sulle procedure diagnostiche utilizzate.

Nessuna responsabilità penale è stata attribuita ai dodici medici dell’Humanitas che avevano in cura Imane Fadil, la modella marocchina e testimone chiave nel caso Ruby. La giovane, dopo più di un mese di agonia in ospedale, era morta nel 2019 all’età di 34 anni a causa di una rara forma di aplasia midollare, diagnosticata solo dopo la sua morte. La procura di Milano aveva aperto un’indagine per omicidio in seguito alle denunce della stessa Fadil che aveva rivelato di essere stata avvelenata, ma la richiesta d’archiviazione presentata dal pm è stata accolta dal gip di Milano e il decreto è stato depositato a giugno 2022, solo recentemente reso noto.

La modella era stata ricoverata all’Humanitas il 29 gennaio 2019, e durante il periodo di ricovero aveva denunciato di essere stata avvelenata, rivelando il fatto al fratello e al suo avvocato. Tuttavia, la causa della morte non è stata ricondotta all’avvelenamento, ma alla rara malattia che non era stata diagnosticata tempestivamente nonostante i sintomi avvertiti dalla giovane durante il ricovero. La vicenda ha sollevato dubbi sulla qualità dell’assistenza medica fornita dall’ospedale e sulle procedure diagnostiche utilizzate, tuttavia, nessuna responsabilità penale è stata accertata nei confronti dei medici coinvolti nella cura della modella.

Dai primi risultati dei test effettuati sui campioni del corpo di Imane Fadil, non erano state trovate tracce di veleno. Nonostante ciò, i medici legali impiegarono diversi mesi per giungere ad una conclusione definitiva, escludendo infine l’avvelenamento e individuando in una rara forma di aplasia midollare la causa della morte. Nel settembre del 2019, fu ufficialmente riconosciuto che la modella era deceduta a causa di questa patologia. L’aplasia midollare è una malattia che comporta una carenza di cellule staminali emopoietiche, che si traduce in una carenza di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. In Europa, questa malattia acquisita colpisce circa 2 pazienti ogni milione di abitanti all’anno, ed è causata da un virus o da un linfoma, anche se è molto raro che sia di tipo congenito.

I familiari della defunta modella avevano deciso di rinviare il funerale, chiedendo ulteriori indagini e approfondimenti sulla morte di Imane Fadil, ma la procura aveva inizialmente chiesto l’archiviazione dell’accusa di omicidio contro ignoti. Tuttavia, il gip aveva ordinato nuove indagini concentrate sulle cure che la donna aveva ricevuto durante il lungo periodo di ricovero. A gennaio 2021, la procura aveva iscritto i medici dell’Humanitas nel registro degli indagati per omicidio colposo. Adesso, con l’annuncio dell’archiviazione delle accuse contro i professionisti, il caso è stato ufficialmente chiuso.

Il caso Ruby Ter, l’ultimo pensiero di Fadil e le accuse di corruzione

Fadil era una giovane donna che aveva partecipato alle “cene eleganti” nella villa di Berlusconi ad Arcore insieme ad altre ragazze, finendo così coinvolta nel caso giudiziario noto come Ruby Ter. In un’intervista rilasciata a Repubblica Tv pochi giorni prima di essere ricoverata, Fadil dichiarò di essere sempre stata sincera e di avere rifiutato tentativi di corruzione da parte dell’entourage di Berlusconi. Nel frattempo, il processo Ruby Ter era in corso e Fadil aveva chiesto di costituirsi parte civile insieme ad altre ragazze, ma la richiesta era stata respinta dai giudici. Nel processo, Berlusconi e numerose ragazze erano accusati di corruzione in atti giudiziari, in quanto l’ex presidente del Consiglio avrebbe tentato di comprare il silenzio di testimoni pagando loro con denaro e beni materiali.

Storia Imane Fadil

Fadil era una ragazza che aveva frequentato la villa di Berlusconi ad Arcore durante le famose “cene eleganti”, insieme ad altre giovani donne. Dopo lo scoppio del caso giudiziario Ruby, a cui era stata coinvolta, dichiarò pubblicamente di essere sempre stata “lineare” e di aver respinto numerosi tentativi di corruzione da parte di Berlusconi e del suo entourage. La giovane aveva anche cercato di costituirsi parte civile nel processo Ruby Ter, ma la sua richiesta, insieme a quella di altre ragazze, era stata respinta. Gli imputati, tra cui Berlusconi e numerose ragazze che avevano partecipato alle cene di Arcore, erano accusati di corruzione in atti giudiziari per aver ‘comprato’ il silenzio di molte testimoni nel processo principale. Fadil aveva intenzione di scrivere un libro sulla sua storia e su ciò che era accaduto ad Arcore, ma non fece in tempo a completarlo. Venne ricoverata all’Humanitas e non si riprese mai più. In una precedente apparizione in Tribunale, aveva dichiarato che lei e altre ragazze avevano pagato il prezzo più alto, rispetto a coloro che avevano scelto di farsi corrompere. Fadil aveva sperato che il suo libro fosse pubblicato un giorno e aveva mantenuto la fiducia nella giustizia italiana e nella possibilità di cambiamento.