Notizie Milano – Le vie strette e i palazzi antichi dall’aria un po’ bohemienne di Brera, i tempi dello shopping come MonteNapo, Cairoli, piazza Castello e via San Marco, le dimore create dalle archistar di Isola e CityLife, a un passo dagli storici rifugi dell’antica borghesia meneghina come via Monti, il super classico asse Duomo-San Babila. Sono molti i quartieri extra lusso di Milano,ma i prezzi al metro quadro non sempre restituiscono una foto affidabile di dove davvero risiedano i meneghini con il reddito più alto. A farlo ci pensano i dati delle dichiarazioni dei redditi 2020, pubblicati di recente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che divide i 730 milanesi per codici di avviamento postale, ognuno legato a una precisa zona. Una divisione precisa, con più di una sorpresa.
Il rifugio dei ricchi di Milano
Nella demografia di Milano la zona con reddito pro capite più alto è quella indicata dal cap 20121, il quadrilatero di MonteNapo, Cairoli, piazza Castello e via San Marco, ma anche le strette strade piene di dimore storiche di Brera, il quartiere degli artisti a solo 10 minuti dal Duomo ambitissimo dai vip (una casa può arrivare a costare 15.000 euro al metro quadrato). Il 730 medio della zona è vicino alle 6 cifre: 96.599 euro. Ma non basta: il 16% dei residenti dichiara un reddito superiore a 120.000 euro, rendendo l’area il quartiere più ricco d’Italia.
Demografia Milano: archistar e centro storico
Poco sotto i residenti della zona delle ville superlusso di CityLife, quartiere prediletto dai vip, che comprende anche Pagano e via Monti, storica sede della storica borghesia cittadina. Qui il 730 pro capite è di 76.741 euro e il 15% dei residenti sfonda quota 120.000. Appaiati a poca distanza gli altri due spicchi del cuore di Milano. Sant’ Ambrogio, San Vittore e il Carrobbio, con guadagni medi per residente di 72.895 euro, e lo storico e ultra turistico l’asse Duomo -San Babila, con 730 relativi al 2020 che in media toccavano i 65.867 euro.
A due passi dal centro
Ci sono poi i quartieri della prima cinta, appaiati al cuore storico della città. Uno a est, il Dateo-Risorgimento-Abruzzi-Romagna, l’altro a ovest, l’asse De Angeli-Lotto-Portello. In entrambi il reddito pro capite è intorno alla rispettabilissima cifra di 52mila euro.
Poco sotto, a 47mila euro, la zona Gae Aulenti-Stazione Centrale-Corso Buenos Aires-Porta Nuova-Porta Romana-via Solari, Chinatown e Sempione, dove però hanno trovato il loro buon rifugio alcuni super vip cittadini, soprattutto nel quartiere Isola, la New York in miniatura che ospita uno dei grattacieli simbolo del rilancio milanese: il Bosco Verticale di Stefano Boeri, con i suoi appartamenti extra lusso che costano anche 15.000 euro al metro quadrato a cui aggiungere generose spese di codominio per tenere sempre in perfetta forma gli 800 alberi e arbusti di ogni genere che rendono unici i suoi balconi.
Le periferie non sono tutte uguali: Milano
Più ci si allontana dal centro più il reddito, prevedibilmente, scende. Con alcune interessanti differenze: la zona Lorenteggio-Frattini, con più di 31.000 euro pro capite, ha lo stesso livello di reddito di una zona super residenziale come Città Studi. Nella zona ovest del Gallaratese (circa 29.000 euro pro capite) si sta meglio che nell’opposto quartiere Lambrate-Ortica (poco più di 25.000 euro per residente). Chi vive intorno alla Bocconi hanno un reddito più alto di chi ha scelto la zona della movida ai Navigli (37.851 euro contro 31.252 euro).
Il polmone verde di Milano e la tangenziale
Andando alla cinta più periferica dell’area metropolitana, l’asse San Siro-Qt8, la zona verde a ovest di Milano, ha il reddito più alto di Porta Vittoria, Baggio, Forze Armate, Affori e Niguarda. Il quartiere con il reddito più basso: Quarto Oggiaro-tangenziale Roserio, con 18.472 euro dichiarati per ogni residente. Poi la zona Barona, Gratosoglio e Chiesa Rossa, dove risiedono oltre 16.000 pensionati e la maggior parte dei cittadini milanesi che dichiarano una cifra annua tra 0 e 10mila euro all’anno.