La demografia di Milano cambia (e diminuisce)

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Tra gli effetti che la pandemia ha portato nella nostre abitudini e nella società, c’è anche una sensibile e per certi versi inaspettata riduzione degli abitanti nelle città. La diffusione forzata dello smart working e dello studio a distanza, infatti, ha permesso a tante persone che si erano avvicinate ai grandi centri abitati per motivi di lavoro o, ad esempio, per frequentare l’università di rientrare al paese di origine, lasciando (perlomeno temporaneamente) il luogo che le aveva ospitate.

Milano sembra fra le più colpite da questa tendenza che ha portato a un calo della popolazione. A rivelarlo è uno studio presentato dal Comune che ha messo in evidenza le abitudini dei milanesi: un’inversione di marcia dopo almeno un ventennio di crescita abitativa.

Le ragioni del calo demografico a Milano

Come anticipato, una delle motivazioni principali rientra proprio nei cambiamenti intervenuti a seguito della diffusione del Covid. Certe abitudini, radicalmente mutate fra il 2020 e il 2021, potrebbero non tornare più quelle di una volta. È indubbio che lo smart working vedrà una significativa accelerazione, con conseguenti cambiamenti anche nella mobilità e al traffico delle auto. Ma questa trasformazione, certamente radicale, non spiega da sola i cambiamenti e la flessione demografica che ha colto Milano.

Dopo il successo dell’Expo, il capoluogo lombardo ha vissuto alcuni anni di grandissima crescita. La sensazione degli esperti è che si sia raggiunto il picco e che, adesso, sia partita una graduale inversione di tendenza. La città ha attratto energie e una crescente emigrazione interna: migliaia di persone provenienti da altre Regioni (soprattutto giovani, ma non solo) si sono avvicinate a Milano attratte dalle opportunità e occasioni di lavoro che questa città è stata in grado di offrire. La pandemia ha imposto un brusco stop e ha portato il numero di abitanti verso il basso. Fra i motivi del calo demografico c’è anche la scomparsa di tanti anziani, che ha fatto calare ulteriormente il numero dei milanesi.

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Non solo Covid

Ma lo studio del Comune evidenzia che fra i motivi del calo di popolazione ci sono anche ragioni diverse, legate principalmente ad aspetti sociologici e che riguardano lo stile di vita. Sempre più persone, infatti, scelgono di vivere da sole: talvolta si tratta di studenti fuori sede, oppure lavoratori che lasciano la famiglia di origine. Sempre più spesso va diffondendosi l’abitudine a vivere relazioni a distanza, trasferendosi a Milano senza la famiglia di appartenenza, pur rimanendo in coppia ma vivendo la relazione a distanza. Una possibilità concreta, del tutto impensabile fino a qualche anno addietro, quando i trasporti e la mobilità erano senza dubbio molto più complessi. La parentesi del Coronavirus, col blocco degli spostamenti, ha rappresentato ovviamente un’eccezione ma, a condizioni normali, Milano è ben collegata col resto d’Italia e l’Europa. Dunque, che motivo c’è di trasferire l’intera famiglia in città se si può raggiungere tranquillamente ogni 2/3 giorni? Questa motivazione ha portato a un progressivo rallentamento della crescita demografica, con la sistemazione nelle varie zone di Milano di famiglie sempre meno numerose.

E per il futuro di Milano?

I dati dell’anagrafe cittadina appaiono, dunque, impietosi. D’altra parte dopo tanti anni di aumento della popolazione residente era impensabile, anche per i più ottimisti, continuare a sperare in una crescita continua. Inoltre la città aveva quasi raggiunto la saturazione: garantire servizi efficienti a oltre 1.4 milioni di persone è un’impresa tutt’altro che semplice e la sensazione diffusa è che Milano avesse raggiunto il tetto massimo e cancellato tutti i possibili record.

La prima inversione di tendenza era attesa, anche se ha generato qualche preoccupazione. A febbraio 2020 era sta raggiunta la vetta di 1.406.057 abitanti; la discesa ha portato Milano sotto la soglia di 1.4 milioni. Anche la riduzione delle nascite ha giocato un ruolo significativo in questo processo. L’apprensione di tante giovani coppie, dovute al lavoro o allo stato di salute, non ha certo incoraggiato le persone a mettere su famiglia: tanti hanno preferito temporeggiare in attesa di giorni migliori. Per questo, non appena la situazione tornerà più favorevole dal punto di vista epidemiologica, gli esperti si attendono un nuovo boom e non è detto che Milano non possa tornare alle vette già raggiunte.

In ogni caso, provare a immaginare i flussi demografici richiede uno studio complesso, lungo percorsi tutt’altro che segnati. Prevedere le fluttuazioni in questo senso è complicato: all’inizio erano in pochi a scommettere su un buon risultato dell’Expo. Questo evento, al contrario, ha portato a Milano risorse, possibilità e un positivo aumento della popolazione. La pandemia da Covid-19, che ha fortemente invertito la tendenza, era ancor più impossibile da immaginare.

Gli eventi demografici, specie quando si parla di un grande centro come Milano, restano molto spesso impossibili da prevedere. I cambiamenti in corso, tuttavia, non sembrano arrestarsi e, qualunque direzione prenderà la città, la sua trasformazione continuerà inesorabile e con il dinamismo a cui Milano ha da sempre abituato l’Italia.